lunedì 30 marzo 2015

L'INVIDIA, IL MALE DEL XXI SECOLO

L'invidia è senza dubbio uno dei problemi più grossi che caratterizzano il nostro secolo. Tutti noi la conosciamo e almeno una volta nella vita abbiamo provato le sue conseguenze negative. Questo sentimento è distruttivo per molte ragioni. Da un lato lo è per chi lo prova e dall'altro per chi ne riceve gli effetti altrui.
Questa sensazione ha in se una natura contraddittoria. Da un lato è animata dalla rabbia e dal risentimento e dall'altra dall'ammirazione verso chi tendiamo ad idealizzare. Quasi sempre le persone che invidiamo sembrano essere ai nostri occhi magnifiche, con una vita perfetta, molti agi e tanti amici. A volte invidiamo personaggi noti ed in quel caso la nostra invidia rimane su un piano più generale e meno distruttivo, perché siamo maggiormente consapevoli della difficoltà e dei rischi  a cui andremmo in contro nell'ambire a quel tipo di vita. Decidiamo allora di tramutare  l'invidia in ammirazione e ci limitiamo a guardare il nostro idolo da lontano, sostenendolo positivamente nella sua corsa verso il successo. 
Le cose si complicano se a realizzarsi sono le persone che ci stanno accanto. A volte ci capita di pensare di voler bene ad una persona ma poi se questa ottiene dalla vita qualcosa in più, i nostri sentimenti iniziano a vacillare. Questo tipo di meccanismo si insinuerà più facilmente tra conoscenti e    meno fra persone che si rispettano, si conoscono profondamente e si vogliono bene. 
Quando un rapporto è forte fin da subito e due persone si accettano per quello che sono e sostengono i successi l'uno dell'altra, difficilmente cadranno preda di questi sentimenti. 
Ma quando due colleghi di lavoro, compagni di scuola o conoscenti si trovano di fronte al successo dell'altro, spesso verranno animati da un profondo risentimento e da un desiderio di distruzione della sua fama. 
Vi chiederete come mai avviane questo meccanismo. In realtà la ragione è molto semplice. Molti di noi sono talmente concentrati su se stessi e incapaci di impegnarsi onestamente verso la propria crescita personale che non si accorgono che c'è chi studia, lavora e pianifica la propria vita in modo positivo ed onesto per amore di se stesso e del proprio futuro. 
Si tende a parlare negativamente alle spalle di chi nella vita riesce a realizzarsi, come di una persona che conosciamo nel profondo, ma nella maggior parte dei casi di quella persona si sa solo lo stretto indispensabile. Chi si lascia animare dall'invidia distruttiva non si rende conto che ferendo gli altri in realtà ferisce solo se stesso e perde il focus sui propri obiettivi. L'invidia non viene mai ripagata, ma al contrario, se inizialmente sembra essere vincente, con il tempo diviene autodistruttiva e ci si ritorce contro. Il modo migliore di vivere questo sentimento è quello di trasformarlo in ambizione. Se la vita di  un'altra persone ci sembra migliore della nostra, se pensiamo che quella persona abbia una casa più bella o più soldi non dobbiamo fare altro che capire cosa di quella persona ci attira ed inseguirla a nostra volta. Nel far ciò, molto probabilmente capiremo da soli che i nostri obiettivi non combaciano con quelli dell'altro e che non è quella la direzione che vogliamo intraprendere. 
Chi ha successo nella vita può seguire solo due strade per ottenerlo. La prima è la più veloce e scontata ed è quella votata alla disonestà, all'opportunismo e alla corruzione, dove spesso i sentimenti e i rapporti sinceri non avranno spazio. La seconda via al contrario è impervia inizialmente e la sua lentezza nel raggiungimento della meta è logorante, ma allo stesso tempo è la più appagante. Questa via è dedita allo studio, al lavoro, all'onestà, alla perseveranza e talvolta anche alle rinunce. 
Per quanto mi riguarda posso solo dirvi che la seconda via che è stata fin da bambina la mia scelta, ed è stata da sempre molto dura e contraddistinta da numerose salite. Ho perso molte persone che credevo amiche . In molti hanno pensato di me cose che non corrispondevano alla realtà. Vedevano la mia vita facile e prestabilita, con una famiglia apparentemente perfetta. Ma è ciò che gli altri hanno voluto vedere e che non si sono preoccupati di approfondire. Io ringrazio la mia famiglia per avermi dato il giusto e soprattutto per i suoi insegnamenti fatti di responsabilità e dovere. Grazie a questo ho potuto lavorare sodo per realizzare i miei sogni e credere in me. Questo è il dono che la vita ha voluto darmi , guardare al di la delle apparenze. Ed è quello che a mia volta cerco umilmente di insegnare agli altri, ovvero che la sofferenza e il duro lavoro non fanno altro che renderci più maturi e consapevoli e aprirci la mente a nuove esperienze e scoperte. Ricordate sempre che nella vita nulla è impossibile. Anche quando madre natura ci limita nelle nostre capacità, proviamo a variare il nostro cammino, ma non rinunciamo mai a scalare la vetta, per goderci la vista dell'orizzonte che si staglia di fronte a noi, una volta arrivati in vetta. 

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